Come il Refosco e lo Schioppettino, il Pignolo è uno dei vitigni di sicura provenienza autoctona dei Colli Orientali del Friuli. Il cui nome “Pignolo” trae origine dalla forma del grappolo che assomiglia alla “pigna” da cui ha probabilmente preso il nome.
Il Pignolo è un antico vitigno a bacca nera, il colore della buccia degli acini (bacche) è uno dei parametri utilizzati nella classificazione dei vitigni del Friuli Venezia Giulia, ed è conosciuto e apprezzato sin dal 1300 quando veniva utilizzato come indennizzo degli affitti dovuti ai proprietari terrieri. Un vino dal colore rosso rubino, dal profumo delicato e caratteristico, ampio e avvolgente che si accompagna a carni rosse, bianche, selvaggina e formaggi stagionati. E’ un vino di grande struttura e oggi viene considerato un nobile interprete dei rossi friulani tanto che nel 1995 ha ricevuto il riconoscimento della D.O.C. Friuli Colli Orientali.

Il “Pignul” in lingua friulana è uno dei vini di punta dell’azienda agricola Le Vigne dei Ronchi che si trova in località Racchiuso di Attimis gestita da Barbara e Dino Ronchi. La collina dove sono posizionati i vigneti, denominati propriamente “Roncus”, per l’esposizione solare, il microclima e i terreni argillosi è estremamente vocata alla viticoltura di qualità.
…”Nel 2006 racconta con orgoglio Dino, abbiamo intrapreso con convinzione la strada della sua valorizzazione e ora il Pignolo è una delle eccellenze della nostra cantina. Viene lavorato con il metodo Guyot, un sistema di allevamento e potatura della vite ideato dall’agronomo Jules Guyot verso la metà XIX secolo, che permette di modificare e migliorare la crescita della pianta e dei suoi frutti per adattarla agli obiettivi per cui è coltivata”….
La produttività è piuttosto scarsa (tre, quattro grappoli per vite) come si legge nella scheda descrittiva dell’azienda Le Vigne dei Ronchi, il grappolo si presenta cilindrico, piccolo, serrato con acini rotondi e con una buccia pruinata, spessa e leggermente tannica e la polpa è molle di sapore dolce.
Ogni uva ha il suo giusto grado di maturazione e quindi la vendemmia deve essere fatta nel preciso momento in cui ciò avviene. Nel vigneto “Roncus” l’uva viene raccolta a mano a metà ottobre per permettere agli zuccheri di raggiungere una maturazione ottimale, grazie alle sostanze naturali presenti nelle uve.
…”L’appassimento delle uve, è ancora il pensiero di Dino, è una tecnica vinicola molto antica, utilizzata ancora oggi per la produzione di vini di una certa importanza come il Pignolo. Tutti i grappoli, raccolti e selezionati per la produzione del Pignolo devono appassire per due, tre mesi per evitare la formazione di muffe e marciumi durante il processo di essiccazione. Le uve devono essere perfettamente salubri, nessun acino rotto o guasto. Dopo la prima selezione, i grappoli vengono posati su un singolo strato e nella stessa direzione su cassettine di plastica. E’ un’attività che richiede un importante lavoro manuale soprattutto durante le prime settimane di essiccazione, quando i grappoli sono ancora pieni d’acqua e la temperatura esterna è ancora elevata. E’ importante controllare l’uva ogni giorno, eliminando bacche o grappoli che sviluppano muffa, nonché verificare il grado zuccherino e le acidità maturate. Le cassettine vengono conservate in locali appositamente costruiti chiamati fruttai, dove riposano per il periodo necessario. Dopo la diraspatura, chiosa ancora Dino, si procede alla macerazione in tini di legno per altre due, tre settimane, con follature manuali. Il mosto viene depositato in botti piccole di rovere francese per un periodo di circa quindici, venti giorni per consentire la fermentazione. L’affinamento avviene nelle stesse botti dopo la svinatura per un periodo di tre anni e a questo punto il vino è pronto per essere imbottigliato”…
Quella del Pignolo, dunque, è una lavorazione lunga e meticolosa al fine di ricavare un vino complesso, ricco di aromi e sensazioni particolarissime con una produzione molto limitata. Insomma, un vino nobile e, per alcuni, il vero Re della “contea” dei Colli Orientali e imperatore dei vitigni a bacca rossa friulani.
Tradizione e ricerca, storia e innovazione, radici e modernità, anche nel comparto vitivinicolo sono elementi da sempre imprescindibili per essere competitivi. Con questa visione e con questo spirito propositivo, Dino e Barbara guardano in prospettiva consapevoli che solo con la buona qualità si può far fronte alle esigenze del mercato. Info: ronchidino@tin.it
La collina dove sono posizionati i vigneti “Roncus”, per l’esposizione solare,
il microclima e i terreni argillosi è estremamente vocata alla viticoltura
di qualità.
